Il mondo della localizzazione videoludica non è troppo lontano dalla traduzione di altre tipologie di testi come romanzi, fumetti e pubblicità. Si deve sempre tenere presente che si passa da una cultura di partenza a una d’arrivo, spesso con qualche caso di lost in translation. Ci sono degli esempi di localizzazione da tenere a mente nel caso dei videogiochi per approfondire le tecniche piú utilizzate, e GLOS ve ne propone cinque.
1. Dragon Quest XI: Echi di un’era perduta
La saga di Dragon Quest può vantare delle traduzioni originali e divertenti, che adattano con furbizia i significati originali alla lingua d’arrivo. L’ultimo capitolo, pubblicato nel 2017, mette il giocatore nei panni del Lucente, discendente di un antico eroe che deve salvare il mondo dalle forze oscure.
Il team di localizzazione ha spesso utilizzato i dialetti del Bel Paese per adattare alcuni personaggi anche dei capitoli precedenti. In Dragon Quest XI, gli abitanti di Porto Trinacrio sono ispirati alla Sicilia e parlano, infatti, il dialetto siciliano. Quest’isola di pescatori, nella versione giapponese, è invece ispirata agli abitanti di Okinawa.
2. Persona 5
La saga di Atlus si è evoluta nel 2016 grazie a Persona 5, un videogioco di ruolo giapponese e simulatore sociale. Persona 5, così come la versione “Royal”, sono stati anche candidati ai The Game Awards come miglior gioco dell’anno e miglior RPG.
La cultura giapponese è stata correttamente riportata in una traduzione pesantemente source-oriented. Il giocatore occidentale viene immerso e circondato in una cultura non sua da cui ne esce con un bagaglio culturale accresciuto.
3. Assassin’s Creed II
La localizzazione non si ferma ai testi in game, ma ci sono esempi anche di ottimi doppiaggi. Assassin’s Creed è una lunga serie di videogiochi realizzati da Ubisoft che vanta un adattamento e una ricerca storica notevoli. Azzeccata la scelta di Renato Novara come doppiatore di Ezio Auditore, che viene portato in vita dalla sua magistrale interpretazione.
4. The Witcher 3: Wild Hunt
La saga di The Witcher è nata dall’adattamento della Saga di Geralt di Rivia, dell’autore polacco Andrzej Sapkowski. Nell’ambito delle traduzioni cross-mediali, The Witcher 3 (2015) è uno dei migliori esempi di localizzazione.
L’universo di The Witcher è rimasto coerente in tutti i media in cui è stato riproposto, dai libri, al videogioco fino alla serie tv su Netflix, dove Geralt di Rivia è stato interpretato da Henry Cavill.
5. The Secret of Monkey Island
Le avventure dell’aspirante pirata Guybrush Threepwood iniziano nel 1990 grazie a Ron Gilbert e LucasArts. Parte del game design prevede l’uso di battute argute per sconfiggere i pirati a duello. Queste sono state adattate dall’inglese in maniera magistrale, permettendo al pubblico italiano di godere della simpatia originale anche nella propria lingua.
I segreti del mestiere
Non c’è un modo corretto per tradurre: sono l’esperienza e la pratica a fare da padrone nel mondo della localizzazione. GLOS propone un corso di Localizzazione Videoludica dove gli studenti apprendono dei metodi e dei ragionamenti che possono applicare nel loro futuro lavorativo tramite lezioni fornite da esperti del settore che lavorano su titoli che fanno da giochi indie ad AAA come localization specialist, traduttori audiovisuali e doppiatori.