Nei recenti articoli del blog di GLOS si è trattato spesso il tema della culturalizzazione. Si tratta di quel processo che avvicina il prodotto alla cultura della lingua d’arrivo, veicolando dei messaggi che fanno entrare in relazione culture diverse. Ma nell’atto pratico, in che modo avviene? Ci sono, in realtà, diverse tecniche di adattamento culturale: sta al team di localizzazione scegliere quella adeguata al contesto preso in esame.
Alcune tecniche di adattamento culturale
Due tecniche di adattamento culturale molto utilizzate sono il filtro culturale e il cambio di informazione.
Con il filtro culturale si vanno a sostituire degli elementi culturali con altri che possano svolgere la stessa funzione. In questo modo, la traduzione non incide sulla comprensione generale e sul godimento dell’opera da parte del giocatore. Per esempio, nel giapponese Final Fantasy X (Square Soft, 2001) “arigatou”, pronunciato da Yuna nei filmati finali, è stato tradotto con “I love you”. “Arigatou”, infatti, ha molte sfumature in giapponese che non si limitano al solo “grazie”. Una necessità aggiuntiva era il ritrovare una parola che si adattasse al labiale efficacemente.
Il cambio di informazione, al contrario, è una strategia utilizzata nel caso in cui un videogioco presenti dei riferimenti culturali deleteri per l’esperienza di gioco. In questi casi, il riferimento viene eliminato del tutto. Spesso sono allusioni a religione, storia o a determinati eventi politici. Non è detto che debbano essere elementi risultanti offensivi: rientrano in questa situazione anche elementi che necessitano di molto tempo per essere spiegati.
Questa decisione poi è spesso correlata al sistema di classificazione dei videogiochi e, per compensare queste perdite, i localizzatori inseriscono nuovi riferimenti culturali per dare un’aria più familiare al prodotto. Per esempio, sempre in Final Fantasy X, un evento dal titolo Raiheigen no raibu (concerto delle Lande del tuono) è stato tradotto come Yunapalooza nella versione nordamericana. Si tratta di un gioco di parole tra Yuna, una delle protagoniste, e Lollapalooza, ovvero un festival americano di musica rock.
Resistenze alla culturalizzazione
Un’errata convinzione diffusa è che l’adattamento culturale di un videogioco comporti il ripensare l’opera da zero. Questa percezione porta molti sviluppatori e localizzatori a non affrontare questioni spinose come quelle geopolitiche e culturali per evitare possibili controversie.
In realtà, l’adattamento culturale è un lavoro chirurgico in cui si apportano modifiche minime al minor numero di contenuti possibile. Per esempio, si tratta di modificare delle parole, un simbolo specifico o il character design. Lo scopo è quello di modificare un prodotto per garantire la distribuzione in un determinato mercato di riferimento.
Prima di mettere mano sul videogioco bisogna anche considerare l’entità del rischio. Un’offesa palese può effettivamente precludere l’accesso a quel mercato, mentre si possono tralasciare dei rischi ragionevoli che potrebbero sollevare solo alcune preoccupazioni.