Nel panorama della localizzazione videoludica, l’era dello SNES offre case study interessanti e spunti di riflessione. Come accade ancora oggi, non tutto veniva tradotto per il pubblico italiano e, in un’ottica globale, c’era la necessità di adattare opere orientali per un pubblico occidentale. I videogiochi, come qualunque altra espressione artistica, nascono e si sviluppano a partire da una cultura iniziale diversa da quella di arrivo.
Un case study che merita di essere approfondito è quello di Final Fantasy IV, un gioco di ruolo a turni pubblicato per la prima volta da Square Enix nel 1991.
Le differenze tra le versioni
La traduzione di Final Fantasy IV ha subito numerose modifiche tra una edizione e l’altra, pubblicate nel corso degli anni per console diverse. La prima versione per Super Nintendo (1991) era stata tradotta in un inglese sterile, svuotato spesso del significato originale. La scena iniziale offre già un esempio: i soldati delle Ali Rosse, preoccupati di star commettendo dei crimini contro innocenti, si chiedono se anche il comandante Cecil condivide i loro stessi dubbi. Questa sfumatura è stata rimossa nella versione occidentale, in cui l’incerto cavaliere appare invece adamantino. Le versioni successive pubblicate per PlayStation (2001), GameBoy Advance (2005) e Nintendo DS (2008) hanno migliorato e riscritto la localizzazione, rendendola molto più simile a quella originale.
Inoltre, la censura ha fortemente colpito le pubblicazione su console Nintendo. Sono stati rimossi, per esempio, tutti i riferimenti alla morte, all’inferno e ad Ade. “Preghiera” e “pregare” sono stati adattati in “desiderio” e “desiderare” e addirittura “Holy” (Santo), una potente magia bianca, è stata invece tradotta come “White” (Bianco). Altre censure testuali riguardano i pub, cambiati in café, e i riferimenti all’alcol sono stati rimossi.
Non solo testi e dialoghi
Le modifiche a Final Fantasy IV non si sono fermate ai testi. Il pubblico occidentale non era ancora abituato al genere dei giochi di ruolo a turni (il fenomeno pokémon sarebbe arrivato solo cinque anni dopo) e il titolo venne semplificato. Era inoltre il secondo capitolo a essere pubblicato negli USA e per questo venne chiamato Final Fantasy II.
Gli sviluppatori ridussero il numero di oggetti per rendere il videogioco più intuibile, come i numerosi medicinali destinati alla cura degli stati alterati ridotti alla sola Panacea (“Heal” in inglese). C’era inoltre la possibilità di acquistare unità di “Etere” nei negozi, permettendo ai personaggi di utilizzare più magie. L’area di addestramento è stata riproposta in tutte le città invece che solo nella prima e alcune abilità dei personaggi, ritenute troppo complesse, sono state eliminate.
Un case study illuminante
Final Fantasy era e resta una delle saghe più famose nel mondo dei videogiochi. Nonostante le critiche agli ultimi titoli, i primi capitoli offrono spunti di riflessione sulla localizzazione che, in casi come questo, non si limitano ai soli testi ma anche alle modalità di gioco.