Negli anni ’80 la localizzazione dei videogiochi nel bel paese era ancora marginale. Il mercato videoludico, di fatto, non era ben sviluppato e le cifre che si ottenevano era nettamente inferiori agli altri paesi europei. In quel periodo non si investì sulla traduzione dei videogiochi dato che la conoscenza dell’inglese era molto limitata. Situazione analoga anche negli ’90, dove per considerare un titolo di successo bastavano1000 unità vendute. La traduzione dei videogiochi era costosa e, visti i risultati del mercato, non era considerata necessaria. Alla fine degli anni ’90 e inizi degli anni Duemila si iniziarono a vedere margini di miglioramento, fino ad arrivare ad oggi dove è sempre più un’esigenza la presenza del doppiaggio italiano nei videogiochi. Dai suoi esordi ad oggi il doppiaggio italiano si è evoluto ed ha anche cambiato varie “scuole”.
Il doppiaggio italiano nei videogiochi: gli esordi
I videogame continuano a cambiare e le aspettative dei videogiocatori sono sempre più alte. Percorsi per la traduzione e per il doppiaggio sono diventati indispensabili per far godere appieno l’esperienza videoludica, ma da dove siamo partiti? Agli albori il medium non presentava alcuna voce. Sono due i titoli che hanno dato il via alla presenza delle voci nei videogame (anche se molto robotiche): Berzerk e Spike, entrambi usciti nel 1983. Escludendo alcuni titoli doppiati all’estero con pochi dialoghi, di cui i doppiatori erano palesemente non italiani, tra i primi titoli ad uscire nel bel paese interamente doppiati sono Gabriel Knight 2 – The Beast Within, sviluppato dalla Sierra Entertainment (1995) e Sam & Max Hit the Road, dalla LucasArts (1993).
Per arrivare ad un doppiaggio più vicino all’attuale bisogna aspettare l’uscita della prima Playstation. Sony aveva grandi aspettative per la sua console, per questo rischiò più degli altri e si addentrò nel mondo del doppiaggio. È in questo periodo che i doppiatori come Benedetta Ferraro, Ilaria D’Elia, Andrea Piovan e Alessandro Ricci iniziano a farsi strada. La prima ondata di doppiaggio videoludico conta di pochissime voci, spesso alcuni doppiatori si ritrovavano a ricoprire più ruoli all’interno dello stesso videogame. Un esempio è Massimo Marinoni che in Spyro 2 – Gateway To Glimmer ha dato voce al protagonista Spyro, al Professore e ad altri personaggi secondari. Le cose cambiano con l’avvento della PlayStation 2 e i primi successi del settore: i publisher capirono l’importanza del doppiaggio e cercarono team esperti in localizzazione nei rispettivi paesi.
Il doppiaggio si divide: la scuola di Roma e la scuola di Milano
Tra cinema e videogiochi, il doppiaggio iniziava ad essere sempre più richiesto. Questo portò a dividere l’attività di doppiaggio in due “scuole”: la scuola di Roma e scuola di Milano. Quest’ultima, nata tra gli anni Ottanta e Novanta, diverrà il principale riferimento del settore videoludico. Il motivo della centralizzazione del lavoro di doppiaggio a Milano è molto semplice: molte aziende distributrici di videogiochi erano site nel capoluogo della Lombardia, come la Halifax e la Leader, chiusa nel 2012. Claudio Moneta, Davide Garbolino, Emanuela Pacotto, Patrizia Scianca, Marco Balzarotti e Riccardo Rovatti, sono soltanto alcuni dei nomi che circolano tra gli anni 2000-2010 e che iniziano plasmare la storia del doppiaggio italiano dei videogiochi.
La rivalsa della scuola di Roma e il doppiaggio oggi
Con le ultime due generazioni di console il doppiaggio rimane perlopiù a Milano. I giochi storici, come ad esempio Assassin’s Creed e Uncharted, rimangono fedeli alla tradizionale voce proveniente dal capoluogo lombardo, data la ormai iconicità che hanno ottenuto nel tempo. Nonostante questa continuità, la scuola di Roma ha ricominciato a farsi strada nel mondo videoludico e ha preso in carico molti lavori di traduzioni e doppiaggio, in particolar modo provenienti da Sony. Tra i titoli che hanno rivisto fiorire la potenza romana troviamo Death Stranding e God of War. Impossibile stilare una classifica sui migliori doppiatori dei videogiochi degli ultimi anni. Quelli che però si sono fatti più notare sono Gianni Gaude, Renato Novara, Maurizio Merluzzo, Gianandrea Muià, Giorgio Melazzi, Lorenzo Scattorin e Gea Riva.