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Il genere nella traduzione di videogiochi

  • Settembre 5, 2022
  • by Marlena Porrelli

Localizzare un videogioco, non è mai un lavoro di semplice “traduzione”. Come detto più volte nel nostro blog, il lavoro del traduttore dei videogiochi è quello di adattare il più possibile il testo alla lingua di arrivo. Nello specifico, bisogna sempre tenere in considerazione la cultura di un paese quando si traduce. Spesso, però, tradurre e adattare non è semplice. Ad esempio, come comportarsi con il genere nella traduzione di videogiochi? Scopriamolo insieme! 

La questione del genere: traduzione videoludica 

Negli ultimi anni la scelta del genere giusto è diventato argomento di dibattito. Il settore dei videogiochi, da sempre al passo con i tempi, si è adattato e sensibilizzato a queste tematiche, pertanto anche la traduzione è cambiata con il tempo. In questo settore, però, a volte non è semplice definire con certezza chi sarà il videogiocatore. L’uso di they/them della lingua inglese è molto inclusivo, ma in italiano non abbiamo niente di tutto ciò. A livello di traduzione, questo è un problema, soprattutto perché ci si trova di fronte ad una scelta: essere poco inclusivi o fare giri di parole? Il problema della lingua non è da sottovalutare, in quanto per molti anni si è quasi sempre usato esclusivamente il maschile nei videogiochi.

L’importanza dell’inclusione nella traduzione

Il videogioco non è soltanto intrattenimento, ma anche un potente mezzo di comunicazione. Sin dalla sua nascita, questo medium si è sempre adattato egregiamente ai cambiamenti culturali e, per tale ragione, deve essere necessariamente sempre al passo con i tempi. Un traduttore di videogiochi deve quindi tenere in considerazione il tema dell’inclusione quando si approccia ad un prodotto. Come analizzato da Wabbit nell’articolo “Linguaggio inclusivo, schwa e altri animali: i nostri consigli per la localizzazione”, lo schwa è una delle proposte inclusive emerse negli ultimi anni. La proposta nasce per trovare una soluzione valida per non usare in maniera massiccia il maschile e per dare alle persone non-binary un espediente valido. Nel caso della localizzazione videoludica, per non incappare in spiacevoli situazioni, la cosa migliore da fare è quella di essere più chiari possibili con il committente. Come consiglia Wabbit, sarebbe meglio chiedere al cliente qual è il genere e l’orientamento sessuale dei personaggi. Infatti, dare per scontato la loro eterosessualità è un grave errore. Concordare l’uso dello shwa nei sottotitoli potrebbe rivelarsi un’ottima soluzione.

Tags: genereinclusionetraduzione videogiochi
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