Dopo (o durante) la propria formazione, arriverà il momento in cui spendere le proprie capacità nel mondo del lavoro. Che si provenga da una laurea in lingue e traduzione o da un corso specializzato, magari in localizzazione videoludica, il primo passo è proporsi alle agenzie di traduzione. GLOS ti spiega come fare.
Perché proporsi alle agenzie di traduzione?
Dopo aver terminato il proprio percorso di formazione, spesso ciò che manca è l’esperienza effettiva in un ambito lavorativo. Anche a fronte di tirocini, che spesso non superano di molto le 150 ore, l’esperienza resta comunque minima ed è quella a fare la differenza. Nell’ambito del lavoro da freelance, infatti, sarà difficile essere scelti rispetto a persone con più esperienza, specialmente per commissioni in settori specifici come quello medico.
Un’agenzia di traduzione può, invece, essere un aggancio essenziale per i primi lavori, essendo più facili da trovare rispetto a dei clienti veri e propri. Conoscono il settore, hanno volumi di lavoro costanti e sono più propense a lavorare con chi è ancora alle prime armi. L’esperienza e le commissioni ricevute tramite agenzia saranno essenziali per riempire il proprio portfolio.
L’importanza del portfolio
Oltre al curriculum vitae, dove saranno elencate le esperienze nel settore e la propria formazione, è di grande importanza presentare il proprio portfolio. Questo è una raccolta professionale dei lavori eseguiti, con estratti utili a mostrare le proprie capacità ai possibili clienti. Ci sono molti modi di costruirne uno, immaginando anche dei portfolio dedicati da proporre a ciascun cliente in base alle necessità.
In che modo proporsi alle agenzie di traduzione?
L’elenco delle cose da spedire a un’agenzia di traduzione è molto breve: il proprio curriculum vitae, il portfolio e una sintetica presentazione nel corpo dell’email. Tuttavia, ci sono varie accortezze a cui porre la giusta attenzione:
- Tradurre è un lavoro carico di responsabilità. Un traduttore professionista deve puntare a tradurre da una lingua d’origine a una d’arrivo che conosce molto bene. Non serve a nulla mentire sulle proprie certificazioni: è meglio tradurre bene da una lingua sola piuttosto che farlo male da molte;
- Tutti i testi che saranno inviati alle agenzie dovranno essere curati sotto ogni aspetto. Saranno, infatti, una prima valutazione delle proprie capacità di scrittura;
- Come per le lingue, è bene specializzarsi in un settore unico, come quello dei videogiochi o del campo medico. I settori professionali, infatti, mettono davanti al traduttore termini specifici che bisogna conoscere;
- Il rispetto costante delle scadenze è un fattore molto positivo quando si viene scelti. Se si hanno dei feedback dai clienti o dai docenti in merito, è saggio includerli nel portoflio.
- Conoscere i CAT Tools, sebbene non essenziale, è un punto a favore della propria candidatura;
- Infine, la flessibilità e la disponibilità ad accogliere lavori improvvisi sono dei fattori valutati in modo molto positivo nel mondo delle traduzioni.
In conclusione
Non ci si può improvvisare traduttori, soprattutto con l’aiuto eccessivo di software di traduzione. La formazione, l’esperienza e la professionalità sono degli elementi imprescindibili dalla figura del localizzatore. La traduzione non è un semplice servizio di circostanza: aiuta a far avvicinare culture e persone diverse, distanti geograficamente e linguisticamente.